A Roma con Livingoffice e AREL si è parlato di edilizia ecosostenibile

Fonte: Livingoffice

Edifici concepiti come veri e propri organismi in grado di adattarsi all’ambiente circostante e ottenere ottime performance di efficienza e qualità che non possono non attirare l'attenzione e trasformarsi in una attrattiva commerciale. Questo il punto centrale del workshop sulla sostenibilità e la rigenerazione urbana che, nel pomeriggio del 22 settembre, si è tenuto nella sede romana di Livingoffice.

Durante l’incontro, organizzato dall’Associazione Real Estate Ladies, è stata sottolineata l’importanza di una nuova concezione di edilizia che nella “contestualizzazione al territorio” deve trovare le sue fondamenta. In questo senso, come ha spiegato l’architetto Silvana Ladogana (  Consigliere AREL ),  diventa estremamente importante la conoscenza dell’ambiente in cui l’edificio è posto: il passaggio di venti, la presenza di vegetazione e il percorso solare diventano elementi integrati nella progettazione del nuovo immobile. Proprio solo attraverso lo studio di questi elementi naturali si potranno scegliere le caratteristiche che dovrà possedere l’edificio e sapere se per esempio saranno necessarie o meno particolari schermature solari volte a ridurre la spesa energetica. “L’edificio – spiega Ladogana - diventa un organismo che cambia pelle utilizzando le risorse naturali e dialoga con l’ambiente circostante”.

Grande importanza deve essere data anche ai materiali utilizzati sia nella costruzione che nel design una volta che l’edificio inizierà a essere “vissuto”. Riccardo Hopps di Officine Green Building, parlando di protocolli Leed, ha portato in proposito l’esempio dell’edificio dell’International Fund for Agricultural Development (IFAD) di Roma. La sede dell’agenzia delle Nazioni Unite è infatti il primo in Italia ad avere raggiunto nel 2010 69 punti su 110 della certificazione; e nel 2015, attraverso ulteriori azioni volte alla ricerca di una maggiore efficienza interna, ha raggiunto il gradino più alto della certificazione LEED aggiudicandosi il Livello platinum con 86 punti su 110. Come ha spiegato Hopps, per arrivare a questo eccellente risultato l’edificio ha messo in atto “facili” pratiche in differenti settori: dall’utilizzo del 100% di energia da fonti rinnovabili acquistate da ditte esterne al taglio del 9% del consumo idrico e del 6% del consumo di carta in un solo anno. Inoltre prodotti per le pulizie meno inquinanti, illuminazione naturale, ricorso a beni durevoli.

La scelta di una precisa tipologia di arredamento “verde” sembra quindi diventare una delle carte vincenti quando si parla di sostenibilità. Lo sa bene Herman Miller che nel 1993 è stato uno dei soci fondatori dello U.S. Green Building Council (USGBC), contribuendo alla formulazione delle linee guida relative alla certificazione LEED. La grande azienda americana di arredamento, che si è occupata tra le altre cose della sede dell’IFAD e della FAO di Roma e di cui Livingoffice è dealer ufficiale, permette dalla pagina ecoscorecard del suo sito di calcolare facilmente la sostenibilità dei propri prodotti e ottenere crediti e documenti per richiedere le certificazioni LEED. Negli ultimi anni anche il mondo dell’arredamento e del design ha infatti voluto spingere l’acceleratore del rispetto dell’ambiente costruendo prodotti più ecosostenibili e mettendo in atto pratiche più verdi durante i propri cicli di produzione.

“E’ sempre più importante investire in ricerca di materiali verdi che utilizzano materiali riciclati e diventano essi stessi riciclabili", ha commentato al margine del workshop Mirella Raccuja fondatrice e direttrice di Livingoffice a Roma, e Socia AREL. Riferendosi a Ecomat, un pannello in monostrato, facilmente adattabile alle esigenze creativa, prodotto in Calabria dagli scarti della lavorazione dell’olio di oliva, ha aggiunto:"Per la sua grande riciclabilità, Ecomat per esempio mette in moto un ciclo continuo che non necessita dello sfruttamento di nuove materie prime; bisogna promuovere prodotti che nella intera filiera di produzione mirano ad inquinare meno”.

Una sostenibilità che deve essere quindi a tutto tondo e diventare un “sistema generale” di approccio in qualsiasi tipologia di intervento, come la riqualificazione del Plesso Scolastico Mazzacurati a Corviale, nella periferia romana, analizzato durante il workshop da Guendalina Salimei, anche  Socia AREL. Del progetto è stata sottolineata anche la grande valenza sociale, oltrechè architettonica ed ecosostenibile. Uno dei suoi elementi caratterizzanti è infatti la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere.

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