Hotellerie

di Onelia Onorati

Tratto da Il Foglio Quotidiano di lunedì 30 novembre 2020
(Articolo originale qui)

Una delle cartine al tornasole della salute del settore alberghiero è rappresentata dagli investimenti internazionali. A fronte di numeri in discesa in tutto il mondo, l’Italia mantiene il suo trend come meta di riferimento per fondi internazionali ed europei. Grazie soprattutto agli ottimi rendimenti degli alberghi delle quattro località italiane più apprezzate, Milano, Roma, Venezia e Firenze, che sono in grado di svegliare ancora gli appetiti degli investitori. Numeri di Onelia Onorati.

71,5
In dollari, gli investimenti in tutto il mondo nel settore alberghiero nel 2019, contro i 90 investiti nel 2007, uno degli anni di maggiore crescita. Al 2008 risale la prima crisi finanziaria, con investimenti giù del 71,2 per cento. Sono i dati presentati da Roberto Galano, Vicepresidente JLL Hotels per l’incontro on line dedicato all’hospitality dell’Associazione Real Estate Ladies (Arel).

-66,5 per cento
il crollo in percentuale degli investimenti nella ricettività nel 2020 rispetto al 2019 a causa della pandemia Covid. Una diminuzione, secondo Galano, tutto sommato contenuta rispetto all’andamento del 2008 grazie alla natura della crisi, che non è finanziaria cioè legata alla stretta creditizia delle banche, ma sanitaria. Da qui la prospettiva di una probabile ripresa a breve termine.

23,9 miliardi
In dollari, il valore raccolto dall’hotellerie internazionale a ottobre di quest’anno, contro i 57,4 del periodo precedente al Covid 19, nel 2020. 7,4 sono i miliardi raccolti in America (nel 2020 si partiva da 27 miliardi), 5,4 in Asia (contro 9,9 del 2020), il resto in Europa, Medio Oriente, Africa.

3,3 miliardi
Il valore delle compravendite registrate in Italia nel 2019, il 14 per cento sul totale europeo. Nel 2020 questa quota ha tenuto, assestandosi al 10 per cento circa. Negli ultimi nove anni gli investimenti da parte di soggetti extraeuropei in Italia sono cresciuti del 14 per cento, quelli europei sono cresciuti del 33 per cento, mentre quelli domestici sono diminuiti del 26, segnale che l’appetito internazionale verso il nostro paese è in crescita, come la vivacità stessa del settore alberghiero.

60 per cento
La quota degli investimenti alberghieri che riguarda le quattro destinazioni italiane a vocazione internazionale: Roma, Milano, Firenze, Venezia, rese attraenti da rendimenti superiori al tasso di inflazione e in grado di mantenere la concorrenza rispetto alle altre località turistiche europee.

 

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