Business Dinner con Maria Pia Intini: racconto e immagini
Ieri sera Maria Pia Intini del team Development & Investment - Europe di citizenM hotels è stata la prima interlocutrice dei Business Dinner a Roma, tra un buon bicchiere di vino e le domande delle socie romane presso il Les Marionettes del complesso Guido Reni. Nell’incontro, dal titolo "Il mercato italiano dalla prospettiva di un investitore e operatore alberghiero internazionale - Il caso citizenM hotels", Maria Pia ha parlato delle opportunità di business legate all’arrivo dell’operatore olandese in Italia.
Citizen M, investitore, sviluppatore, gestore, è finanziato da due shareholders olandesi (il fondo pensionistico APG e i family office KRC) che detengono oltre l’85 per cento degli hotel CitizenM e hanno confermato un ulteriore capitale per l’espansione futura del gruppo. Il nome nasce perché il marchio si rivolge al “viaggiatore del mondo” (da qui il nome del Brand M come "Mobile"). Il suo cliente si sposta per business o per piacere in giro per il mondo sostando negli alberghi pochi giorni. Il brand nasce dall’esigenza di voler dare ai suoi clienti il Lusso necessario senza far pagare il lusso non necessario. Pur essendo curate dal punto di vista del design, le strutture sono caratterizzate dagli elementi peculiari della location, la reception è stata sostituita da chioschi automatici e c’è la figura dell’”Ambassador” che svolge più funzioni (dall’assistere il cliente nel check-in al preparare un cocktail, ecc). Tutte le stanze sono uguali e più compatte rispetto ad un tradizionale 4 stelle ma con accessori di lusso come il letto extra large, la biancheria di Frette e l’I-Pad dedicato con cui interagire con la tecnologia della stanza (dalle tende alla TV). Altri plus: non esiste il ristorante ma viene sostituito da CanteenM, un bar aperto 24/7 e parte integrante della lobby, che è il cuore degli hotels citizenM. Non c’è servizio in camera, nè minibar e le meeting rooms (societyM) sono comode e accoglienti come i salotti di casa. Fortissimo l’investimento in tecnologia e in design. La massimizzazione degli spazi e l’avere meno costi legati al Food and Beverage - permette di abbattere i costi di gestione mentre i ricavi maggiori sono quelli che derivano dalle camere. Con un investimento simile ad un 3 stelle, si ha un ritorno al mq quasi doppio rispetto al 4 stelle tradizionale. C’è infatti, alla base della gestione, la creazione di una piramide rovesciata, dove all’apice troviamo gli “ambassadors” presenti nelle strutture e alla base il Support Office (ossia l’Head Office di una volta) che dirige il tutto da remoto.
Al momento hanno 12 strutture attive presenti nel mondo: Londra, Parigi, Amsterdam, New York e Taipei, e n. 18 sono in apertura (tra cui un secondo a New York, altri tre a Parigi, Copenaghen, Zurigo, Ginevra, Boston, Washington, Miami, San Francisco, Los Angeles, Seattle e Shanghai). In Italia vorrebbero aprire circa 8-10 hotels di 150-250 camere ciascuno tra Roma, Milano e Firenze. Le strutture che hanno o sono state realizzate da zero; o sono state ottenute per conversione di edifici esistenti al cui interno si svolgevano altre attività; o sono ottenute per riconversione di alberghi esistenti.