Rigenerazione urbana partecipata: Il racconto di un processo innovativo

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20 maggio 2019 | Arch.Gloria Cerliani | Studio Delli Santi

Ha avuto una buona partecipazione l’incontro di lunedì 20 maggio a Roma, nonostante il tema complesso e solo apparentemente lontano dalla realtà che viviamo nelle nostre professioni quotidiane.

Il racconto dell’esperienza di rigenerazione partecipata, voluta dall’amministrazione di Piacenza grazie all’adesione ad un progetto URBACT III per far crescere la consapevolezza di cittadini e stakeholders, ha mostrato come sia necessario un lavoro capillare, costante e poliedrico nelle argomentazioni, che spesso spaventa e allontana. I temi possono sembrare i medesimi che si affrontano in un progetto “tradizionale”; quello che cambia è il punto di vista -che si allarga con la conoscenza delle esperienze degli altri partners- e il modo di costruirlo: non da soli, ma insieme a chi userà gli spazi rigenerati e a chi li potrà/vorrà gestire.

Diversamente però non si può agire se si vuole dare vita alla rigenerazione di siti dismessi o di parti di città che mostrano evidenti segni di degrado. È emerso come il problema non sia tanto trovare i finanziamenti per riqualificare e il soggetto pubblico disposto ad occuparsene operativamente, ma trovare innanzitutto l’identità dei luoghi e definire la nuova vita che vi potrà nascere. Il percorso di partecipazione proposto da URBACT è seguito da un facilitatore che ha l’arduo compito di condurre il gruppo eterogeneo di partecipanti, proporre i temi e le tecniche di confronto e di sintetizzare i risultati, oltre a coordinare i lavori. Sperimenta gli usi temporanei, che nel nostro paese vengono messi in atto spesso senza il supporto di una normativa che ponderi le giuste deroghe e apra a possibilità differenti e nuove, bilanciando rischi e vantaggi. Costruisce con il confronto fra cittadini una nuova visione, più vicina ai reali bisogni e meno strumentalizzabile dalla politica del “taglio dei nastri”. Questo, in sintesi, il messaggio emerso dall’intervento della socia AREL Gloria Cerliani che si è fatta parte attiva dell’organizzazione dell’incontro. Vivace il confronto fra le socie nel dibattito successivo, che hanno in qualche caso espresso dubbi sulle nuove procedure adottate a Piacenza. Durante la cena che è seguita è continuato il confronto fra le socie, alternato naturalmente con momenti di allegra convivialità.

E chissà che AREL possa approfondire, dando vita ad iniziative di divulgazione che possano sostenere questo approccio, ponendo l’attenzione proprio sulle maggiori criticità del metodo europeo nel suo trapiantarsi nel nostro Paese.

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